La Tebaldi e Verdi

Più volte, Renata Tebaldi dichiarò di considerare come suo autentico esordio scenico quello di fine ‘45 a Trieste, quando indossò per la prima volta le vesti di Desdemona nell’ “Otello” verdiano.
A partire da quella occasione triestina, e fino all’ultima performance scenica (an-cora con Desdemona al Met nel 1973), furono undici i personaggi verdiani che si avvalsero della sua voce, intermedia tra lirico e drammatico, singolarmente idonea ad esaltare la casta passionalità con cui il Verdi della maturità raffigurò le sue donne sceniche, dalla sensibilità muliebre ricca di una sensualità in filigrana, pur nell’indefettibile dignità.
Sarà stato per la rara trasparenza del timbro, per la rotondità della cavata o pure per il sensazionale velluto vocale, certo è che la definizione di angeli passionali, in una sorta di trionfo dell’antitesi, sarebbe arduo negarla alle donne verdiane così come sapeva porgerle lei, la Tebaldi. E se volessimo inchinarci alla suggestione dell’appellativo angelico, potremmo cimentarci in una sorta di gioco-sfida riportando tutte le sue raffigurazioni verdiane sotto tale comun-denominatore, a cominciare proprio dalla emblematica Desdemona:

Desdemona, angelo offeso (clicca qui)
Violetta, angelo caduto (clicca qui)
Alice, angelo birichino (clicca qui)
in ‘Messa di Requiem’, angelo penitente (clicca qui)
Aida, angelo della nostalgia (clicca qui)
Giovanna d’Arco, angelo guerriero (clicca qui)
Leonora di Vargas, angelo piagato (clicca qui)
Maria Boccanegra, angelo pacificatore (clicca qui)

A completare la disamina delle figure verdiane, così come seppe restituircele la Tebaldi, resterebbero le tre che non conobbero la prova del palcoscenico limitandosi a palesare il loro messaggio soltanto in disco: la Leonora de “Il Trovatore”, Elisabetta di Valois del “Don Carlos” ed Amelia di “Un ballo in maschera”. Di queste basterà ricordare che a tutte lei seppe donare un canto ampio e dolce, mai disgiunto dal fascino dell’effusione lirica e dall’espansione vocale tutta particolare, oltre all’accennato comun-denominatore dei tratti angelicati misti a sacrificali voluttà a lei propri.

Vincenzo Ramón Bisogni
Agosto 2013